Quirino, santo della Chiesa cattolica romana, fu vescovo e martire di Siscia (Sisak), mentre oggi è il patrono della diocesi di Veglia e della città di Sisak. Al tempo delle persecuzioni ordinate da Diocleziano, Quirino lasciò Siscia ma fu ben presto catturato e condotto a Sabaria (oggi Szombathely, in Ungheria), dove il prefetto Amanzio cercò di fargli abiurare la fede in Cristo. Quando Quirino si rifiutò con fermezza, il prefetto lo condannò a morte: in esecuzione della sentenza, gli fu legata una macina da mulino al collo e fu gettato nelle acque del fiume Perint. In quel momento accadde un miracolo: nonostante il peso, Quirino restò a galla e, rivolgendosi ai fedeli, disse loro di non aver paura di professare la propria fede.
Si narra che le sue ultime parole furono: “Soltanto ora adempio il mio servizio sacerdotale, sacrificando me stesso a Dio.” E, recitata una preghiera, andò a fondo. I cristiani, trovato il corpo, gli diedero degna sepoltura. Al tempo delle invasioni degli Unni, i cristiani, raggiunte le città di Zara e poi, in nave, di Ancona sull’altra sponda, traslarono le sue reliquie a Roma, nelle catacombe accanto alla chiesa di S. Sebastiano. Nel 1140 esse furono traslate nella chiesa di Santa Maria in Trastevere, dove si trovano attualmente. Più tardi, sulla sua tomba fu eretta una basilica.
La sua festa cade il 4 giugno e viene solennemente celebrata anche a Veglia, dove è stata costruita anche una chiesa consacrata al suo nome, oggi parte del complesso della cattedrale. Per maggiori informazioni sulla chiesa,
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