La vita nella città di Veglia scorre senza soluzione di continuità da oltre due millenni.

Al tramonto dell’età del bronzo, sul territorio attualmente occupato dalla città si stanziò la tribù illirica dei Liburni che pose le basi dell’insediamento e lo fortificò con una cinta di mura.

Le prime fonti scritte sul nome della città parlano di una certa Kiriatika, parola illirica che significa “Isola di pietra”, nome ripreso anche in un’epigrafe del IV secolo su cui sono scolpite le parole “splendissima civitas Curictarum”, ossia “la magnifica città dei Kurikti”.

L’avvento dei Romani lascia il segno sul volto della città. Ad essi dobbiamo le mura, i resti delle terme, dei mosaici e del tempio di Venere, oltre a numerose lapidi. I Romani ribattezzarono la città con il nome di Vecla, ossia Città vecchia (Stari grad), da cui più tardi il toponimo veneziano di Veglia esteso sia alla città, sia all’isola.

A cavallo dei secoli VI e VII sull’isola giungono finalmente i Croati, popolo slavo che edificò gli altri “castellieri” dell’isola, mentre la residua popolazione romana pensò bene di rifugiarsi al sicuro dietro le mura. I Croati ribattezzarono tanto la città, quanto l’isola con l’attuale nome di Krk, continuando però a chiamarle, colloquialmente, con il nome di Veja.
Nell’anno 1000 Krk cadde sotto il dominio della Serenissima. I Veneziani affidarono l’amministrazione della cosa pubblica a una famiglia patrizia locale dalla quale discenderanno i Principi veglioti. Ad essi dobbiamo il Palazzo di Giustizia ed il Castello (Kaštel) affacciato a Piazza Kamplin, luoghi e monumenti che descriveremo più dettagliatamente nel paragrafo dedicato alla storia più recente della città.

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